Eremo di Sant’Egidio

Castellonalto: una finestra sull'Appennino

Questa escursione è stata davvero un’impresa. Castellonalto è un luogo davvero appartato, l’ultimo baluardo prima della natura selvaggia dell’Appennino.

Non è un luogo abbandonato, le case sono quasi tutte ben curate, anche se durante l’inverno il paese è deserto. D’estate, tuttavia, si anima soprattutto durante la tradizionale festa a fine luglio.

Lontano dal frastuono e dalla ressa, se visitate Castellonalto in un momento di tranquillità, incontrerete gli abitanti veri e l’atmosfera pacifica e silenziosa di questo villaggio di montagna.

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La tradizione degli eremiti

È importante sapere che in Umbria ogni antico paese ha un luogo di solitudine, come un eremo una cappella o una grotta, lontano dal villaggio. Questo luogo tradizionalmente viene visitato durante la festa del patrono.

Questa tradizione, probabilmente più antica del cristianesimo, viene rafforzata quando dei monaci siriani decisero di stabilirsi in queste terre poco abitate per coltivare la loro vocazione per l’eremitaggio.

Questi eremiti erano molto rispettati dalla popolazione e visti con un’aura di santità. Venivano spesso aiutati ed accolti, in cambio, questi monaci hanno portato una profonda conoscenza non solo religiosa, ma anche tecnica, come si può chiaramente vedere nella leggenda intorno alla chiesa di San Felice e Mauro a Castel San Felice.

Sant'Egidio: l'eremo di Castellonalto

Sant’Egidio è l’eremo di Castellonalto, ma purtroppo la sua posizione isolata e difficile da raggiungere ha fatto desistere i pochi abitanti del paese a mantenerlo e il tempo lo ha ridotto a un rudere pericolante.

Gli abitanti del paese ne ricordano ancora la processione e la chiesetta intatta con affreschi ormai perduti.

A causa della sua inaccessibilità, l’eremo è stato difficile da trovare, ma grazie all’aiuto di qualcuno che conosce bene la zona, sono riuscito a raggiungerlo.

L’eremo è molto pericolante, rispettatelo non danneggiando il fragile complesso e attenti ad entrare nei veri ambienti.

La difficile escursione verso Sant'Egidio

Per raggiungere Sant’Egidio oggi, bisogna uscire dal paese, costeggiare la sinistra della chiesa e attraversare un campo coltivato. C’è un debole sentiero che scende verso il fosso su cui il paese affaccia a strapiombo.

Il sentiero verso Sant’Egidio è un’avventura unica che merita di essere vissuta. La destinazione finale, l’eremo, è situato in un luogo isolato e affascinante che evoca un’atmosfera antica e armonica.

Nonostante la difficoltà del percorso, che comporta una risalita faticosa su rocce irregolari, la vista che si ammira durante il viaggio e i dettagli architettonici del luogo ne fanno una destinazione da non perdere. Seguendo i punti rossi sulla roccia, si arriva infine all’eremo, che si presenta come un rudere fragile e diroccato, ma altrettanto affascinante.

 

L'eremo: una destinazione da non perdere

L’eremo, affascinante e fatiscente, si rivelerà soltanto alla fine del sentiero, dietro un’improvvisa sporgenza rocciosa. La sorgente, purtroppo, è stata canalizzata e alimenta la fontana che incontrerete all’inizio del percorso, di fronte alla chiesa. Dall’analisi architettonica, si possono individuare tre fasi di costruzione: l’abside sembra la parte più antica, e si nota un tetto a capanna in pietra squadrata che successivamente è stato sostituito da un unico tetto a spiovente.

La chiave di volta della porta di ingresso è veramente straordinaria ed unica, con un disegno a tao. Dietro l’abside si trova una piccola stanza ancora sostenuta da una volta a botte. Esplorando la zona boschiva sopra il complesso, è possibile scoprire una cisterna o un ambiente semicircolare, così come altri muri e costruzioni. Questo luogo merita davvero di essere preservato il prima possibile. Spero di avervi fatto venir voglia di visitare Sant’Egidio, finché ci sarà qualcosa da vedere.

FONTI

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